Effetti del massaggio neonatale

 Le modalità dell’entrare in contatto e del tocco nello sviluppo dell’uomo cominciano dall’inizio della gravidanza: il feto riceve un continuo “massaggio” per tutti i nove mesi, sia dal fluido amniotico, sia dal funzionamento degli organi interni della madre. Inoltre, una donna incinta spontaneamente massaggia il suo bambino nel grembo; se il bambino spinge, la madre può rispondere a sua volta con movimenti, una spinta o dando un piccolo colpetto giocoso. Anche il feto sente i movimenti delle mani della madre e comincia a diventare familiare con le sue carezze. Inizia così a svilupparsi la loro relazione.

Quasi tutte le società non industriali (183 su 186) si aspettano che le madri e i bambini stiano insieme per giorni e settimane dopo il parto. Nei paesi industrializzati, invece, le separazioni madre-bambino, sono, spesso, pratiche di routine. Marshall Klaus e John Kennell, entrambi pediatri rinomati in tutto il mondo, hanno introdotto il “lying-in” o “rooming-in”, una delle prime organizza­zioni dello stare insieme di madre e bambino negli ospedali ostetrici.In uno studio, Klaus e Kennell (1982) chiesero alle madri di manipolare i loro figli nudi per un’ora durante le prime due ore dopo la nascita e per ulteriori cinque ore durante i successivi tre giorni. In un’intervista un mese dopo la nascita, si scoprì che paragonate alle altre madri, le madri che avevano manipolato i loro figli di più, “calmavano” meglio i loro bambini, “accarezzavano” e avevano più spesso un “contatto oculare” durante l’allattamento, passavano più tempo a “presenziare” durante gli esami e le visite del primo anno di vita, “ponevano più domande” e “davano meno ordini” ai loro bambini due anni dopo, e avevano i bambini con punteggi maggiori di QI e ai test di linguaggio a 5 anni. Di interessante, Kennell scoprì che il miglior predittore della quantità di tempo che una giovane madre trascorre con suo figlio, è la quantità di tempo che lei stessa ha trascorso in contatto con la propria madre da piccola.

Kaitz e coll. della Hebrew University in Jerusalem, hanno dimostrato che le donne che “tenevano in braccio” i loro bambini per almeno un’ora dopo il parto erano in grado di “identificare” i loro figli quando venivano bendate e poste di fronte ad una fila di neonati, semplicemente toccandoli con le mani e con la fronte (Kaitz, 1992). Anche i padri identificavano i propri figli, ma solo attraverso le mani (Kaitz, 1994). Complessivamente, i risultati degli studi suggeriscono che le madri che hanno contatti precoci sono più “soddisfatte” dei loro bambini, trascorrono più tempo “guardando” la faccia dei loro bambini, e più tempo interagendo con loro. I bambini toccati fin dalla loro nascita inoltre “piangono meno e sorridono” alle loro madri più dei bambini separati.

Un’altra forma di tocco studiata è la tecnica mamme-canguro. Originariamente nel Bogota, in Colombia, questa è un’altra pratica di primissimo Contatto, così chiamata perché assomiglia al modo in cui i marsupiali si prendono cura dei loro piccoli. In questo tipo di presa, la madre o il padre tengono il bambino con il pannolino o nudo sotto i loro vestiti, pelle-a-pelle, e il bambino giace sul petto della madre o sul quello del padre. In questa posizione, i bambini stanno al caldo, hanno battiti del cuore e respirazione regolare e un’adeguata ossigenazione. Dormono anche più profondamente, hanno una maggiore inattività di allerta e piangono meno. Inoltre, le madri che praticano la mamme-canguro, allattano al seno e sviluppano un maggior attaccamento ai loro bambini. Secondo Gene Anderson (1995), un ricercatore neonatale che ha condotto molti di questi studi, la tecnica mamme-canguro promuove anche la normale crescita della testa perché la posizione della testa del bambino non viene schiacciata al materasso.

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