Eiaculazione precoce: facciamo chiarezza!

L’eiaculazione precoce (EP) è una disfunzione sessuale maschile che crea una notevole angoscia per l’uomo, ma che può influenzare anche il partner e la relazione stessa. L’eziologia precisa dell’EP è di fatto tutt’oggi sconosciuta. Tuttavia, è probabile che includa fattori biologici (genetici, somatici e neurobiologici) e psicologici (problemi interpersonali, ansia da prestazione, distorsioni cognitive) (Althof, 2016).

Che cos’è l’eiaculazione precoce?

L’eiaculazione precoce è uno dei problemi sessuali più comuni tra gli uomini. I più colpiti sono gli uomini giovani e quelli con meno esperienza sessuale, ma questa problematica può apparire anche più tardi negli anni. Si dice che l’eiaculazione sia prematura se avviene troppo rapidamente: l’uomo non si sente in grado di rallentarla e per questo ne soffre (Ari Tuckman, 2017.). Per chi esperisce tale disturbo l’eiaculazione, di solito, si verifica entro un minuto dalla penetrazione vaginale. Da un punto di vista fisiologico significa che l’eiaculazione porta immediatamente a un pene flaccido, quindi il coito finisce, anche se la donna ha bisogno di ulteriori stimoli per raggiungere il proprio climax. Tutto ciò può influire negativamente sulla sfera sessuale della coppia, nonché minare la felicità generale all’interno della relazione  (Peter Wallace, 2018)

L’EP per essere tale dev’essere una manifestazione persistente e ricorrente. L’eiaculazione precoce c’è nel momento in cui il soggetto viene prima (orgasmo) di quando vorrebbe venire. Cercare di controllare il momento in cui si perde il controllo è una specie di “trip” paradossale: non si può controllare qualcosa di incontrollabile! Si può agire solo sulla soglia, ovvero su ciò che avviene poco prima di “perdere il controllo”. Negli eiaculatori precoci lo schema del desiderio sessuale è corretto: desiderio, aumento dell’eccitazione, orgasmo e risoluzione. Per tale ragione alcuni sessuologi sostengono che l’EP non è da considerarsi una disfunzione. Ma allora dove sta il nocciolo del problema?

Prima del 1960 non si parlava dell’EP, infatti all’epoca non era visto come uno “scoglio”, i figli si potevano avere lo stesso e tanto bastava. Nel 1960 però arriva il femminismo! Ed ecco che emerge il tema dell’eiaculazione precoce. Prima di allora non c’era l’idea di “dover soddisfare” la donna, il concetto del piacere reciproco non esisteva.

Un’annotazione interessante è che spesso le definizioni di EP sono un po’ “narcisistiche”.  Ovvero, nella nostra società contiamo quante volte facciamo sesso in base a quante volte viene l’uomo. Pensateci. Se ci chiedono “Quante volte avete fatto sesso questo mese?”  Di solito non contiamo gli orgasmi femminili, ma piuttosto quelli maschili. E questa è semplicemente una nostra convezione.

Comunque, è giusto poter avere una definizione di EP universalmente accettata dalla maggioranza dei professionisti del campo medico e psicologico. Per questa ragione riportiamo le linee guida per la diagnosi indicate nel DSM-5.

La definizione di EP ha subito diverse modificazioni nel corso degli anni. La più recente definizione che appare nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders-5th Edition (DSM-5) ci indica i seguenti criteri:

  1. Una modalità persistente o ricorrente di eiaculazione che si verifica durante i rapporti sessuali, circa un minuto dopo la penetrazione vaginale e prima che l’uomo lo desideri.
  2. I sintomi dei Criterio A devono essere presenti come minimo per circa 6 mesi e devono essere provati in tutte o quasi tutte (circa il 75-100%) le occasioni di attività sessuale (in determinate circostanze situazionali o, se generalizzato, in ogni circostanza)
  3. I sintomi del Criterio A causano nell’individuo un disagio clinicamente significativo.
  4. La disfunzione sessuale non è meglio spiegata da un disturbo mentale non sessuale o come conseguenza di un grave disagio relazionale o di altri significativi fattori stressanti e non è attribuibile agli effetti di una sostanza/farmaco o di un’altra condizione medica.

Inoltre, sarebbe necessario specificare se:

Permanente          Il disturbo è presente da quando l’individuo è diventato sessualmente attivo.

Acquisita          Il disturbo inizia dopo un periodo di funzionamento sessuale relativamente normale.

Generalizzata           Non è limitato a determinati tipi di stimolazione, situazioni o partner.

Situazionale             Si verifica solo con certi tipi di stimolazione, situazioni o partner.

Lieve           l’eiaculazione si verifica entro circa 30-60 secondi dopo la penetrazione vaginale.

Moderata           l’eiaculazione si verifica entro circa 15-30 secondi dopo la penetrazione vaginale.

Grave          l’eiaculazione si verifica prima dell’attività sessuale, all’inizio dell’attività sessuale o entro circa 15 secondi circa dalla penetrazione vaginale (Althof, 2016).

Quando ci troviamo di fronte a una problematica del genere, spesso proviamo imbarazzo e vergogna. Chiedere aiuto diventa difficile, ma è la scelta migliore per tutelare il proprio benessere personale e di coppia. L’attesa può esacerbare il disturbo aumentandone il carico emotivo: immaginate una tazza stracolma di acqua fino all’orlo, la tensione superficiale è ai massimi livelli e basta una goccia per farne traboccare il contenuto.

L’eiaculazione precoce e le sue cause

Proprio come il buon sesso è la risultante della combinazione di fattori fisici, psicologici e relazionali, così anche l’eiaculazione precoce è potenzialmente influenzata da questi tre aspetti. Prendiamoli ora in considerazione uno ad uno per cercare di fare un po’ d’ordine e chiarezza. Ricordiamoci che questi aspetti interagiscono tra loro e si influenzano vicendevolmente.

Fattori fisici. Il diabete e le malattie cardiovascolari sono state entrambe associate all’eiaculazione precoce, così come l’astinenza da oppiacei e alcol.

Fattori psicologici. Depressione, ansia, rabbia nei confronti del proprio partner, nonché bassa autostima e senso di colpa possono rendere più probabile l’eiaculazione precoce. Ovviamente parliamo di senso di colpa legato al rapporto sessuale, ma anche non essere in sintonia con il proprio livello di eccitazione sessuale può favorire questo “inghippo”. Ironia della sorte, alcuni uomini lottano sia con l’eiaculazione precoce che con la disfunzione erettile. Come funziona? Di solito aumentano la stimolazione per assicurarsi di ottenere una buona erezione, ma poi raggiungono l’orgasmo troppo rapidamente, perciò cercano di distrarsi dalle sensazioni in modo da ritardare l’orgasmo col risultato che finiscono per perdere l’erezione. Il sesso soddisfacente implica trovare una via di mezzo! Il senso è riuscire a percepire il proprio baricentro. Sentire il nostro personale equilibrio, che in quel momento va ad interagire con quello del nostro partener, cercando l’armonia.

Fattori relazionali.  Anche i fattori relazionali legati o meno alla sfera sessuale possono influire sull’intimità dell’atto sessuale. Lotte di potere, scarsa comunicazione, paura ad impegnarsi o dell’intimità stessa e il sentirsi sotto pressione possono ridurre il controllo eiaculatorio. Inoltre, se l’uomo crede che alla sua partner il sesso non piaccia (il che potrebbe non essere vero) o se pensa che provi disagio durante il rapporto sessuale o si preoccupa che ciò possa accadere, potrebbe cercare di “concludere” il più rapidamente possibile. (Ari Tuckman, 2017)

Eiaculazione precoce: consigli & trattamenti

L’eiaculazione colpisce il 30% degli uomini di tutte le età (18-59)! È un problema molto sentito dal genere maschile, ma anche dalle donne, poiché la relazione intima della coppia ne viene direttamente influenzata.

A cosa serve fare sesso? Se privato dell’obiettivo originario, ovvero quello riproduttivo, fare sesso diventa un punto d’incontro importante tra due persone, acquista un obiettivo relazionale, perciò quando problematico il rapporto nella coppia ne risente. E dunque si, teniamo a mente che l’eiaculazione precoce, paradossalmente, mette al centro proprio la relazione.

A cosa prestare attenzione? Come detto in precedenza non si può controllare l’incontrollabile, ma si può agire sulla soglia, ovvero su cosa avviene poco prima di “perdere il controllo”. Come? Riconoscendo il momento. Molti eiaculatori precoci non riescono ad individuare questo range temporale e in questo caso fare esercizio di attenzione ed auto-ascolto può risultare utile.

Una modalità spesso utilizzata da chi soffre di EP è lo “Stop and start”, ovvero fermarsi quando si percepisce di essere giunti alla soglia dell’inevitabilità orgasmica. Altre strategie possono prevendere l’utilizzo di un lubrificante molto viscoso per attenuare l’attrito se il pene è troppo sensibile o di profilattici ritardanti. Anche lo stratagemma di masturbarsi prima di un rapporto può essere un modo per riuscire ad allungare la durata. Un’altra tecnica molto efficace è riuscire a spostare l’attenzione: dalla parte erotica a quella romantica e da quella romantica a quella erotica. È una capacità che va esercitata e allenata, poiché è legata alla plasticità del cervello.

Una nota da tenere bene a mente: il sesso si fa in due! Fare l’amore è piacere, connessione ed erotismo tra due persone. Certo, gli uomini possono sentirsi umiliati quando raggiungono l’orgasmo prima che lo vogliano, ma il vero problema è un altro. Ciò che fa “muro” è il fatto che tendono a ritirarsi con rabbia, disgusto o vergogna, lontano dal momento sessuale. La soluzione sta proprio all’estremo opposto di tale comportamento! È necessario imparare ad ascoltarsi a vicenda, ma soprattutto ad ascoltare il proprio corpo. Nello specifico può essere utile imparare a provare piacere in tutto il corpo piuttosto che solo l’eccitazione a livello del pene. Dunque, apprendiamo a stimolare tutto il corpo (consiglio valido tanto per gli uomini quanto per le donne).  Per un uomo diffondere le sensazioni decentralizza l’ossessione e l’ansia per la performance, focalizzandola sul piacere (Watson, 2018).

Esercizi di Kegel: alleniamo il pavimento pelvico!

I muscoli deboli del pavimento pelvico potrebbero compromettere la capacità di ritardare l’eiaculazione. Gli esercizi per il pavimento pelvico (esercizi di Kegel) possono aiutare a rafforzare questi muscoli.

Guida per eseguire gli esercizi di Kegel:

Trova i muscoli giusti. Per identificare i muscoli del pavimento pelvico, interrompere la minzione a metà del flusso o contrarre i muscoli che impediscono il passaggio del gas. Queste manovre utilizzano i muscoli del pavimento pelvico. Una volta identificati si possono eseguire gli esercizi in qualsiasi posizione, anche se all’inizio potrebbe risultare più facile eseguirli sdraiati.

Perfeziona la tecnica. Stringere i muscoli del pavimento pelvico, mantenere la contrazione per tre secondi e poi rilassarsi per altri tre secondi. È da provare un paio di volte in successione. Quando i muscoli si rafforzano, si può iniziare a fare gli esercizi di Kegel da seduti, in piedi o addirittura camminando.

Mantieni la concentrazione. Per ottenere i risultati migliori, focalizzare l’attenzione sul contrarre solo i muscoli del pavimento pelvico. Fare attenzione a non flettere i muscoli dell’addome, delle cosce o dei glutei. Evitare di trattenere il respiro, piuttosto cercare di respirare liberamente durante gli esercizi.

Ripeti gli esercizi 3 volte al giorno. Obiettivo: almeno tre serie di 10 ripetizioni al giorno (Mayo Clinic, 2020).

Può la terapia sessuale essere un’alleata contro l’eiaculazione precoce?

Nella terapia sessuale vengono trattate le possibili cause psicologiche dell’eiaculazione precoce, oltre a problemi come insicurezza o conflitti relazionali. Tale approccio si basa sulla disponibilità del soggetto a partecipare attivamente al percorso terapeutico.

Come sottolineato in precedenza, l’EP può essere causata da fattori sia psicologici che biologici, i quali possono influenzarsi a vicenda. Alcuni esperti ritengono che le cause tendano ad essere biologiche negli uomini che hanno sempre avuto problemi con l’eiaculazione precoce. Al contrario, ipotizzano che le cause psicologiche siano più probabili se l’eiaculazione precoce si è sviluppata per la prima volta nel corso della vita dell’uomo.

Una possibile causa di EP potrebbe essere la paura di un uomo di non essere in grado di soddisfare il partner. L’ansia intensa può peggiorare il problema e innescare un “circolo vizioso”. Tuttavia, anche cause puramente biologiche potrebbero provocare stress psicologico o problemi relazionali. Quindi, indipendentemente dalle cause, vale la pena esaminare gli effetti che questa problematica ha sul benessere dell’uomo, sul suo partner e sulla relazione (Information et al., 2019).

Quali sono gli obiettivi della terapia sessuale?

La terapia sessuale inizia esaminando le possibili cause psicologiche dell’eiaculazione precoce, al contempo prende in esame anche i suoi effetti psicologici.

A seconda della situazione, gli obiettivi della terapia possono variare:

  • Sviluppare tecniche e strategie di apprendimento che aiutano a ritardare l’eiaculazione
  • Identificare e trasformare i pensieri che potrebbero portare all’eiaculazione precoce
  • Favorire nel singolo e nella coppia una maggiore fiducia in sé stessi per ridurre l’ansia
  • Espandere l’idea di sessualità della coppia: esistono molteplici modalità per essere in intimità assieme. L’obiettivo è arrivare a dare meno importanza all’eiaculazione a favore di un aumento della soddisfazione nella vita amorosa.
  • Riconoscere gli ostacoli all’intimità nella relazione per promuovere un riavvicinamento
  • Aiutare le coppie a parlare più apertamente dei loro bisogni e problemi
  • Imparare ad accettare alcuni problemi e trovare nuovi modi per affrontarli al meglio con le risorse disponibili e potenziali
  • Risolvere i conflitti all’interno della relazione di coppia.

La terapia sessuale può essere eseguita individualmente o in coppia. L’obiettivo della terapia sessuale dipenderà da vari fattori individuali, incluso se entrambi i partner sono aperti all’idea di terapia.

Dopo che il terapeuta incontra e conosce l’uomo o la coppia, introdurrà strategie, tecniche o esercizi per la risoluzione dei problemi.

Un esempio di un metodo utilizzato nella terapia di coppia è la focalizzazione sensoriale. Questo approccio consiste in una serie di esercizi in cui la coppia si spoglia a vicenda mentre si tocca, si abbraccia, si bacia, si accarezza e si parla. All’inizio, i genitali e il seno dovrebbero rimanere “off limits“. L’attenzione non dovrebbe essere il sesso e inizialmente nemmeno gli esercizi dovrebbero portare al sesso. Si tratta di diventare maggiormente consapevoli nella sperimentazione di tutto il corpo del proprio partner. Gli esercizi vengono poi ampliati, passo dopo passo, nel corso di diverse settimane. Solo nell’ultimo passaggio anche il sesso è un’opzione.

Agli uomini che sono in terapia individuale e i cui problemi riguardano in prevalenza ansia e insicurezza può essere offerta una terapia cognitivo comportamentale. L’obiettivo principale di questo approccio è identificare e trasformare i pensieri dannosi.

I tipici pensieri inutili, nonché deleteri, potrebbero includere:

  • Tutto o niente: “Sono un perdente perché non ho il controllo sulla mia eiaculazione”.
  • Ragionamento emotivo: “Mi sento un cattivo amante, quindi probabilmente lo sono”.
  • Squalificare il positivo: “Le donne dicono di essere soddisfatte solo perché non vogliono ferire i miei sentimenti”.
  • Catastrofico: “La mia ragazza mi lascerà perché vengo sempre troppo in fretta”.

Questi pensieri sono semplificazioni “negative”. Possono impedire agli uomini di cercare soluzioni. Nella terapia cognitiva, tali presupposti e pensieri vengono riformulati per diventare positivi o in alternativa sostituiti con altre prospettive.

Il successo della terapia sessuale dipende molto da come viene misurato: “L‘obiettivo è solo aumentare il tempo necessario per raggiungere l’eiaculazione o la terapia ha anche altri obiettivi?”

Essere in terapia significa sempre lavorare molto su sé stessi con disponibilità nel mettersi in gioco. Inoltre, qualsiasi terapia può portare intuizioni inaspettate. Ad esempio, potrebbe risultare che uno dei partner abbia un problema psicologico più profondo.

La terapia può anche avere “effetti collaterali”: i conflitti tra i partner potrebbero venire alla luce prima o comunque peggiorare con la terapia. Ad esempio, ciò potrebbe accadere se si scopre che un partner è stato disonesto con l’altro (Information et al., 2019).

In conclusione, l’eiaculazione precoce è un disturbo complesso che richiede dapprima un’analisi della storia relazionale e personale, ma anche una comprensione di ciò che si desidera e del perché lo si desidera. In una terapia possono sempre emergere nuovi punti di criticità personale, ma vale la pena mettersi in gioco per arrivare ad una comprensione più profonda di sé stessi col fine di promuovere il proprio benessere e quello di coppia.

Connettersi ai propri valori sessuali per contrastare l’eiaculazione precoce

Come abbiamo precedentemente accennato il problema dell’eiaculazione precoce è arrivato alla ribalta, nel 1960, grazie al femminismo. Il piacere della donna comincia ad essere preso in considerazione e il sesso non è più finalizzato alla mera procreazione, anzi, diventa momento di condivisione relazionale. Quando è presente un problema di eiaculazione precoce la coppia ne risente assieme al singolo, poiché il punto d’incontro dato dall’atto sessuale, che è obiettivo relazionale, viene meno. È in questo contesto che inquadrare i propri bisogni diventa fondamentale per comprendere sé stessi e in secondo step per ritrovare l’armonia col partner. Per riuscire in questo compito è necessario individuare i nostri valori, ovvero i principi guida che ci orientano e motivano lungo il percorso di vita. Rappresentano il modo in cui vorremmo interagire con il mondo, con le altre persone e con noi stessi, in modo continuativo.

All’interno di questa cornice l’ACT (Acceptance and Commitment Therapy) può venirci in aiuto. È un approccio psicologico sviluppato negli anni Novanta ed è un ottimo coadiuvante del benessere personale. Poggia le basi su due pilastri:

  • Accettazione. Disponibilità ad accogliere, osservare la realtà interna, emozioni, pensieri, sensazioni invece di negarla, evitarla o respingerla.
  • Azione Impegnata. Agire nel mondo reale in linea con i propri valori ed obiettivi personali al fine di vivere una vita ricca e significativa, piuttosto che stare fermi o perdersi in comportamenti impulsivi o evitanti. L’azione impegnata porta a definire un focus improntato su obiettivi e valori personali. Inoltre, ci mostra che non è indispensabile avere il controllo su pensieri ed emozioni dolorose né tanto meno è necessario arrivare alla loro eliminazione, poiché la coesistenza è possibile.

Quando ci si confronta con una problematica legata all’eiaculazione precoce è importante porsi delle domande per inquadrare il nostro bisogno e i valori per noi fondamentali, quelli che vorremmo “onorare”. Ad esempio, chiediamoci: “Che cosa voglio dalla relazione intima? Riuscire a far provare piacere al partner?  Sentirmi all’interno della media nazionale in termini di durata? Avere il controllo sul mio corpo? Trovare una connessione armoniosa all’interno dell’intimità di coppia? Non sentirmi in colpa o in qualche modo sbagliato?

Un ottimo esercizio, utile a connettersi con i propri valori, è quello di scrivere la propria autobiografia sessuale. Chi siamo sessualmente? Chi vogliamo essere?” Prima di rispondere a queste domande prendiamoci il tempo necessario per trovare un luogo tranquillo in cui lasciare affiorare i nostri pensieri, le emozioni, le sensazioni e le percezioni senza incorrere in distrazioni inutili. Una volta che abbiamo trovato il posto adatto, sediamoci e secondo i nostri tempi iniziamo a scrivere la nostra autobiografia sessuale partendo dal passato, fino ad arrivare ad oggi. Dopodiché, leggiamola e prendiamo in considerazione come ci siamo sentiti in ogni episodio, passato e presente. Un diario ci consente di assumere il potere sulla nostra storia, che è parte integrante dell’assunzione di una certa autorevolezza sul nostro presente e futuro.

In alcuni casi si apre un conflitto tra i nostri desideri/comportamenti sessuali e le nostre credenze morali. Questo conflitto interiore può portare ad uno stato di sofferenza e smarrimento. Talvolta il conflitto origina dal nostro attaccamento ad un determinato valore, anche se diventa come una pelle che non ci appartiene o una scarpa che non ci calza più. Se ci ostiniamo a perseguire un valore non più utile a promuovere il raggiungimento dei nostri obiettivi è inevitabile che cominci a “starci stretto”. Per questo motivo fare chiarezza dentro di noi e in caso allontanarci dal valore che ci blocca diviene essenziale per il benessere.

Di seguito riportiamo un esercizio (“La lavagna dei valori”) di defusione che può essere d’aiuto a farci fare un passo indietro ed osservare il conflitto con la giusta trasparenza e oggettività.

  • Nel momento in cui si è soggiogati da un conflitto valoriale diventa importante individuare il valore interessato con chiarezza. Utilizza una lavagna o dei fogli bianchi su cui scrivere. Ripetiti: “La mente mi sta parlando così di questo problema”, e successivamente inizia a scrivere ogni cosa che affiora alla tua coscienza. Assicurati di includere anche i pensieri meccanici, ripetitivi e gli schemi personali non funzionali sul tema.
  • Ripeti a te stesso. “Visualizzo queste immagini paurose in merito a tale conflitto valoriale”, e poi chiudi gli occhi e focalizzati su specifiche immagini riportate dalla mente. Scrivi dettagliatamente tali immagini nei fogli bianchi.
  • Ripeti a te stesso: “Percepisco queste emozioni e sensazioni in merito a tale conflitto valoriale”. Riporta per iscritto ciò che provi (emozioni e sensazioni).
  • Adesso prendi un attimo le distanze fisiche dalla lavagna o dai fogli, allontanati di circa un 2 metri. Ripeti a te stesso: “La mente in merito a tale conflitto valoriale ha molte cose da esplicitare, è affascinante”.
  • Non dare valutazioni o giudizi a ciò che riporta la tua mente. Invece, chiediti “Quanto tutto questo può darmi una mano ad arrivare ai miei obiettivi, siano essi relazionali, sessuali, valorati o di altra natura?”. Riporta la risposta a questa domanda su un’altra parte del foglio.
  • Domandati: “Che cosa di tutto questo conflitto sono pronto ad accettare in modo da cominciare a muovermi in direzione dei miei obiettivi?”. Riporta la risposta in un’altra parte del foglio.

Con pratica, perseveranza e soprattutto col tempo è possibile cogliere l’utilità nel distanziarsi da quello che la mente pensa di un determinato conflitto valoriale. Quando si arriva a questa consapevolezza si inizia a guardare il conflitto di valori semplicemente come qualcosa che fa parte di noi stessi. (Blonna, Casetta, Rizzi, 2018).

 

Scopri cos’è la terapia sessuale

Terapia sessuale

 

 

Bibliografia & Sitografia

Althof, S. E. (s.d.). Psychological Interventions for Premature Ejaculation. 25.

Althof, S. E. (2016). Psychosexual therapy for premature ejaculation. Translational Andrology and Urology, 5(4), 475–481. https://doi.org/10.21037/tau.2016.05.15

Information, N. C. for B., Pike, U. S. N. L. of M. 8600 R., MD, B., & Usa, 20894. (2019). Premature ejaculation: Can sex therapy help? In InformedHealth.org [Internet]. Institute for Quality and Efficiency in Health Care (IQWiG). https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK547553/

Ari Tuckman (2017, maggio, 15). Premature Ejaculation: Learn Control. (s.d.). Psychology Today. https://www.psychologytoday.com/blog/sex-matters/201705/premature-ejaculation-learn-control

Mayo Clinic (2020, agosto, 27). Premature ejaculation—Diagnosis and treatment—Mayo Clinic. (s.d.) https://www.mayoclinic.org/diseases-conditions/premature-ejaculation/diagnosis-treatment/drc-20354905

Watson, L. (2018, agosto 31). 5 Ways to Overcome Premature Ejaculation. Awakenings Counseling. https://awakeningscenter.org/5-ways-to-overcome-premature-ejaculation/

Peter Wallace (2018, gennaio 26). What Are the Psychological Reasons Behind Premature Ejaculation.. Psychreg. https://www.psychreg.org/premature-ejaculation/

Richard Blonna. (2018). Sex Act. Libera la tua sessualità con L’Acceptance and Commitment Therapy. Edizione italiana a cura di Laura Casetta e Luca Rizzi.

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